Responsabilità e risarcimento del danno sono elementi tra loro interdipendenti, ma diversi:
- interdipendenti, perché senza una responsabilità non può sussistere un danno illecito ed un conseguente risarcimento;
- diversi, attenendo l’uno all’aspetto causale l’altro all’aspetto conseguenziale del ristoro del danno.
La responsabilità rappresenta quindi la condizione-presupposto del risarcimento danno.
Solo qualora un comportamento illecito sia attribuibile ad un soggetto, questo rappresenterà l’antefatto ai fini del risarcimento del danno.
Nella fattispecie risarcitoria si assiste alla convivenza di due elementi:
• la condotta illecita – che può essere contrattuale perché conseguente ad un inadempimento contrattuale, oppure extracontrattuale perché irrispettoso del principio del neminem laedere e cioè del generale dovere di non arrecare danno a terzi – e la sua attribuibilità ad un soggetto responsabile;
• il risarcimento del danno.
La responsabilità sussiste laddove un soggetto si rende autore della violazione di una norma giuridica.
Cosa si intende per norma giuridica? È il precetto rivolto alla collettività affinché la stessa tenga una precisa regola comportamentale.
La norma giuridica individua quindi il percorso da adottarsi obbligatoriamente da ciascun componente la collettività.
La violazione della norma giuridica può sostanzialmente risolversi in una:
• violazione civile, cioè in una violazione di norme civilistiche (ad es., quelle contenute nel codice civile);
• violazione amministrativa, o illecito amministrativo (ad es., violazione di divieto di sosta);
• violazione penale, cioè un’azione (o un’omissione) che si configuri come reato secondo la legge penale;
• violazione tributaria, inosservanza delle norme tributarie.
In questa sede, ci occuperemo della violazione civile.